I testi del CDRC

Il convito di don Rodrigo
dal capitolo V dei promessi sposi, di Alessandro Manzoni
riduzione a cura di Carolina Gentili, Paolo Bussagli e Gabriella del Bianco




CA: Ehi! Ehi! Non ci scappi padre riverito: avanti, avanti (gridando spensieratamente)
DR: Venga,  padre,  venga (un po' presentito da quella visita e titubante perché in realtà non avrebbe voluto quella visita)
DR: Si dia sedere al Padre!
FC: Bramerei di parlarle da solo, con suo comodo, per un'affare d'importanza (con voce sommessa all'orecchio di DR)
DR: Bene, bene, parleremo (rivolto a FC)  ma intanto si porti da bere al padre .
FC: In verità io (schermendosi)
DR: No, per bacco, non mi farà questo torto; non sarà mai vero che un cappuccino vada via da questa casa, senza aver gustato il mio vino, né un creditore insolente, senza aver assaggiate le legna dè miei boschi!
CA: L'autorità del Tasso non serve al suo assunto, signor podestà riverito, anzi è contro di lei perché quell'uomo erudito, quell'uomo grande, che sapeva a menadito tutte le regole della cavalleria, ha fatto che il messo d'Argante, prima di esporre la sfida ai cavalieri
cristiani, chieda licenza al pio Buglione
POD: Ma questo, questo è un di più, un mero di più, un ornamento poetico, giacchè il messaggero è di sua natura inviolabile, per diritto delle genti, jure gentium. E senza andare tanto a cercare, lo dice anche il proverbio: ambasciatore non porta pena. E i proverbi signor conte sono la sapienza del genere umano. E, non avendo il messaggero detto nulla in suo proprio nome, ma solamente presentata la sfida per iscritto
CA: Ma quando vorrà capire che quel messaggero era un asino temerario, che non conosceva le prime..?
Alcuni - un asino, un temerario!
DR: Con buona licenza di lor signori, rimettiamola nel PC; e si stia alla sua sentenza.
CA: Giusto!, bene, benissimo
FC: Ma, da quel che mi pare d'aver capito, non sono cose di cui io mi deva intendere
DR: Solite scuse di modestia di lor padri, ma non mi scapperà. Eh via! Sappiam bene che lei non è venuta al mondo col cappuccio in capo, e che il mondo l'ha conosciuto. Via, via: ecco la questione.
Alcuni - [sottovoce] L'ha conosciuto?...
Altri - [sottovoce] eh sì...l'aha conosciuto sì..
CA: Il fatto è questo ..(sempre gridando)
DR: Lasciate dire a me che son neutrale cugino. Ecco la storia. Un cavaliere spagnolo manda una sfida ad un cavaliere milanese: il portatore, non trovando il provocato in casa, consegna il cartello a un fratello del cavaliere..il qual fratello legge la sfida, e in risposta
dà alcune bastonate al portatore. Si tratta CA: Ben date, bene applicate. Fu una vera ispirazione.. (gridando)
POD: Del Demonio! Battere un ambasciatore! Persona sacra! Anche lei, padre, mi dirà se questa è un'azione da cavaliere!
CA: Sì, signore da cavaliere e lo lasci dire a me che mi intendo di ciò che conviene ad un cavaliere. Oh, se fossero stati pugni, sarebbe un'altra faccenda; ma il bastone non isporca le mani a nessuno. Ma io... quello che non posso capire è perché le premano tanto
le spalle d'un mascalzone.
POD: Chi le ha parlato delle spalle signor conte mio! Lei mi fa dire spropositi che non mi son mai passati per la mente. Ho parlato del [principio] carattere, e non di spalle io. Parlo sopra tutto del diritto delle genti. Mi dica un poco, di grazia, se i messi che gli antichi
romani mandavano a intimar le sfide agli altri popoli, chiedevan licenza di esporre l'ambasciata  e mi trovi un poco uno scrittore che faccia menzione che un messo sia stato mai bastonato!
CA: Che hanno a che fare con noi gli ufiziali degli antichi romani? Gente che andava alla buona e che in queste cose era indietro, indietro. Secondo le leggi della cavalleria moderna, ch'è la vera, dico e sostengo che un messo il quale ardisce di porre in mano a un cavaliere una sfida, senza avergliene chiesta licenza, è un temerario, violabile, violabilissimo, bastonabile, bastonabilissimo
POD: Risponda un poco a questo argomento .
CA: No, no, no
POD: Ma ascolti, ascolti, ascolti. Percotere un disarmato è un atto proditorio; atqui il messo era senz'arme... ergo
CA: Piano, piano signor Podestà
POD: Che piano?
CA: Piano le dico: cosa mi viene a dire? Atto proditorio è ferire uno con la spada, da dietro, o dargli una schioppettata nella schiena: e, anche di questi casi, si possono fare degli esempi..ma stiamo nella questione. Concedo che questo generalmente possa chiamarsi atto proditorio; ma dare quattro bastonate ad un mascalzone! Sarebbe bello poter dirgli "guarda che ti bastono" come si direbbe a un galantuomo "mano alla spada"!E lei, signor dottore riverito, (rivolto ad Azzeccagarbugli) invece di farmi de' sogghigni,
per farmi capire ch'è del mio parere, perché non sostiene le mie ragioni, con la sua buona tabella, per aiutarmi a persuader questo signore?
AZZ: Io godo di questa dotta disputa e ringrazio il bell'accidente che ha dato occasione ad una guerra d'ingegni così graziosa. E poi a me non compete di dar sentenza, sua signoria illustrissima ha già delegato un giudice  il padre..
DR: E' vero, ma come volete che il giudice parli, quando i litiganti non vogliono star zitti? [Stammi un po' buono, Attilio...[a parte]]
CA: Ammutolisco..
POD: Ammutolisco.
DR: Ah sia ringraziato il cielo! A lei padre (con serietà canzonatoria)
FC: Ho già fatte le mie scuse, col dire che non me ne intendo
DR e CA insieme: Scuse magre vogliamo la sentenza! (gridano)
FC: quand'è così ..il mio debole parere sarebbe che non vi fossero né sfide, né portatori, né bastonate
Alcuni - Come come?
Altri - Eh vabbè...
CA: Oh..questa è grossa! Mi perdoni padre ma è grossa. Si vede che lei non conosce il mondo
DR: Lui? Me lo volete far ridire .lo conosce cugino mio quanto voi. Non è vero padre? Dica, dica se non ha fatta la sua carovana?
CA: sarà ma il padre come si chiama il padre?
CORO: Padre Cristoforo
CA: Ma, padre Cristoforo, padron mio colendissimo, con queste sue massime, lei vorrebbe mandare il mondo sottosopra. Senza sfide! Senza bastonate! Addio il punto d'onore: impunità per tutti i mascalzoni. Per fortuna che il supposto è impossibile.
DR: Animo dottore animo a voi, che, per dar ragione a tutti, siete un uomo. Vediamo un poco come farete per dar ragione in questo al padre Cristoforo.
AZZ: In verità (rivolto al padre), in verità io non so intendere come padre Cristoforo, il quale è insieme il perfetto religioso e l'uomo di mondo, non abbia pensato che la sua sentenza, buona, ottima e di giusto peso nel pulpito di una chiesa, non val niente, col dovuto rispetto, in una disputa cavalleresca. Ma il padre sa meglio di me che ogni cosa è buona a suo luogo ed io credo che questa volta abbia voluto cavarsi dall'impaccio di proferire una sentenza.
CA - Ah.
DR -Ah
POD -Ah!
Alcuni -E' bravo il dottore
Altri - E' bravo, è proprio bravo...
DR: A proposito ho sentito che a Milano correvan voci di accomodamento.
AZZ: (rivolto verso FC) Padre dato che lei è anche uomo di mondo dovrebbe sapere che Filippo IV, il Conte Duca di Olivares vuole cacciare il Duca di Nivers dal Ducato di Mantova oramai in suo possesso illegittimamente dopo la morte di Vincenzo Gonzaga .non aveva lasciato prole legittima e ora le due parti s'adoperano con istanze, pratiche e minacce presso l'Imperatore.
CA: Non son lontano da credere che le cose si possano accomodare. Ho certi indizi
POD: Non creda signor conte non creda. Io in questo cantuccio posso saperle le cose perché il signor castellano spagnolo che, per sua bontà, mi vuole un po’ di bene, e per essere figliuolo d'un creato del conte duca è informato d'ogni cosa
CA: Le dico che a me accade ogni giorno di parlare in Milano con ben altri personaggi; e so di buon luogo che il Papa interessantissimo com'è per la pace ha fatto proposizioni.
POD: Così deve essere, la cosa è in regola e sua santità fa il suo dovere, un papa deve sempre metter bene tra i principi cristiani; ma il conte duca ha la sua politica e..
CA: E..e,e; sa lei signor mio come la pensi l'imperatore Ferdinando II in questo momento? Crede lei che non ci sia altro che Mantova a questo mondo? Le cose a cui si deve pensare son molte, signor mio. Sa lei, per esempio, fino a che segno l'imperatore possa ora fidarsi
di quel suo principe di Valdistano o di Vallistai, o come lo chiamano, e se...
POD: Il nome legittimo in lingua alemanna è Vagliensteino, come l'ho sentito proferir più volte dal nostro signor castellano spagnolo. Ma stia pur di buon animo, che .
CA: Mi vuol insegnare?
POD: Vagliensteino mi dà poco fastidio; perché il conte duca ha l'occhio a tutto e per tutto; e se Vagliensteino vorrà fare il bell'umore, saprà lui farlo rigar dritto, con le buone o con le cattive.Ha l'occhio per tutto dico e le mani lunghe; e, se ha fisso il chiodo, come l'ha fisso, e giustamente, da quel gran politico che è, che il signor duca di Nivers non metta le radici a Mantova il signor duca di Nivers non ce le metterà; e il signor cardinale di Riciliù, suo sostenitore, farà un buco nell'acqua. Mi fa pur ridere quel caro signor cardinale a voler
cozzare con un conte duca, con un Olivares. Dico il vero che vorrei rinascere di qui a dugent'anni, per sentir cosa diranno i posteri, di quella bella pretensione. Ci vuol altro che invidia; testa vuol essere; e teste come la testa d'un conte duca, ce n'è una sola al mondo.
Il conte duca, signori miei, il conte duca è una volpe vecchia parlando col dovuto rispetto, che farebbe perder la traccia a chi si sia; e quando accenna a destra, si può esser sicuri che batterà a sinistra, così nessuno può mai vantarsi di conoscere i suoi disegni; e quegli
stessi che devon metterli in esecuzione, quelli stessi che scrivono i dispacci, non ne capiscono niente. Io posso parlare con qualche cognizione di causa; perché quel brav'uomo del signor castellano si degna di trattenersi da me, con qualche confidenza.
C.A.- Sì, gli fai da lustrascarpe... [piano]
DR- Sta' zitto, cugino [piano]
POD - Il conte duca, viceversa, sa appuntino cosa bolle in pentola di tutte le altre corti; e tutti què politiconi (che ce n'è di diritti assai, non si può negare) hanno appena immaginato un disegno, che il conte duca te l'ha già indovinato, con quella sua testa, con quelle sue strade coperte, con què suoi fili tesi per tutto. Quel pover'uomo del Cardinale di Riciliu' tenta di qua, fiuta di là, suda, s'ingegna: e poi? Quando gli è riuscito di scavare una mina, trova la contrammina già bell'e fatta dal conte duca ...
CA - Testa qua...
DR: Signor Podestà e signori miei! Un brindisi al conte duca e mi sapranno dire se il vino sia degno del personaggio.
POD: Viva mill'anni don Gasparo Guzman, conte d'Olivares, duca di San Lucar, gran privato (favorito) del re, don Filippo il grande, nostro signore!
CORO: Viva mill'anni!
DR: Servite il padre
FC: mi perdoni ma ho già fatto un disordine e non potrei
DR: Come! Si tratta di un brindisi al conte duca. Vuol dunque far credere ch'ella tenga dai navarrini?
DR: Che ne dite eh dottore?
AZZ: dico, proferisco e sentenzio che questo è l'Olivares dei vini: censui, et in eam ivi sententiam, che un liquor simile non si trova in tutti i ventidue regni del re nostro signore; che Dio guardi: dichiaro e definisco che i pranzi dell'illustrissimo signor Don Rodrigo vincono le cene dell'Eliogabalo; e che la carestia è bandita e confinata in perpetuo da questo palazzo, dove siede e regna la splendidezza.
CORO: Ben detto! Ben definito!
CA -" Non c'è carestia sono gl'incettatori!"
DR -"E i fornai che nascondono il grano. Impiccarli"
CA-"Appunto impiccarli senza misericordia"
POD: Dè buoni processi
CA: Che processi? Giustizia sommaria. Pigliarne tre o quattro o cinque o sei, di quelli che
per voce pubblica, son conosciuti come i più ricchi ed i più cani, e impiccarli
POD - "Esempi! Esempi! Senza esempi non si fa nulla.
CA -"Impiccarli! Impiccarli!"
"Ambrosia!"
"Impiccarli!"
"Ambrosia!"
"Impiccarli!"
CORO: "Ambrosia!" "Impiccarli!"
 

 

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